Google

venerdì 7 settembre 2007

Record di gas serra: 7 milioni e mezzo di tonnellate. E’ la quantita’ emessa ogni anno dall’industria chimica italiana

Con gli incendi di quest’estate, rischia di andare in fumo anche la lotta al cambiamento climatico. Dai roghi italiani si sono levate sette milioni e mezzo circa di tonnellate di CO2, una quantità di gas serra equivalente a quella emessa ogni anno dall’industria nella produzione di sostanze chimiche.

In altre parole, è come se fosse finito in atmosfera il 5% dell’impegno attuale di riduzione di emissioni nazionali, preso dal nostro paese nel rispetto del Protocollo di Kyoto e delle direttive europee.

Sono questi i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente ed elaborati dall’Apat (Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente) sul contributo degli incendi italiani al riscaldamento del pianeta. Fino al 26 agosto sono andati in fumo circa 53.700 ettari di superfici boscate. I roghi hanno prodotto – a quella data- 7 milioni e 323 mila tonnellate di CO2.

“Gli incendi contribuiscono in maniera sensibile alle emissioni di gas che sconvolgono il clima terrestre. Inoltre, le foreste e i boschi andati distrutti non faranno il loro lavoro di assorbimento della CO2, aumentando il danno all’equilibrio del sistema climatico”: lo spiega Vincenzo Ferrara, responsabile scientifico della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a Roma, il 12 e 13 settembre, promossa dal Ministero dell’Ambiente e organizzata da Apat. “Inoltre, il rapporto tra il clima che cambia e gli incendi è un circolo perverso. L’aumento delle temperature (nel periodo gennaio-luglio 2007 la temperatura media dell’emisfero nord, con un’anomalia di 0,76°C, è stata la più alta di questi ultimi 127 anni) favorisce il propagarsi degli incendi. E anche la siccità funziona da meccanismo di innesco: le previsioni elaborate dalle Nazioni Unite per l’area mediterranea vedono una riduzione tra il 20 ed il 25% delle piogge nelle nostre regioni entro il 2100. I focolai accesi per interessi criminali contro il territorio trovano esche molto asciutte”.

“Chi mette a fuoco un bosco non danneggia solo la sua comunità ma anche il clima della Terra”, rileva il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. “Le cifre sul contributo degli incendi di quest’estate all’aumento delle emissioni di gas serra non lasciano spazio a dubbi: questo reato va giudicato come un vero e proprio attentato contro la salute del pianeta e dei cittadini”. Dalla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici usciranno delle proposte strategiche per la gestione del territorio che fanno i conti con l’aumentare della febbre del pianeta. “I sistemi di allerta rapida si devono combinare con le azioni di ripristino e restauro ecologico per il mantenimento degli equilibri naturali: il bosco è un argine al cambiamento climatico, e come tale la sua protezione va messa tra le priorità di governo del territorio”.

“Dai roghi non si sprigiona solo CO2, il maggiore dei gas che alterano il clima - aggiunge Roberto Caracciolo, direttore di dipartimento APAT - ma sostanze che danneggiano direttamente la salute umana: negli incendi di questa prima parte dell’anno si sono prodotte oltre 7.000 tonnellate di PM10 - il particolato sottile che entra nelle vie respiratorie ed è alla base di 8.000 decessi l’anno nelle 13 maggiori città italiane (dati Oms/Apat)- e più di mille tonnellate di diossina, composto cancerogeno”.

Di seguito, le tabelle con le stime Apat delle emissioni di CO2 da incendi a partire dal 1990 (tabella 1) e le quantità di composti chimici dannosi per la salute emessi dagli incendi negli ultimi tre anni (tabella 2).

Nessun commento: