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domenica 28 ottobre 2007

L'inquinamento che non ci aspettavamo

Credo che alla base di tutto esiste una cattiva informazione che provoca un’ignoranza generale su aspetti, come l’ambiente, che ci riguardano da vicino.

L’anidride carbonica è stata molte volte citata come “colpevole assoluto” dei vari effetti che hanno, lentamente, danneggiato il nostro pianeta: effetto serra, surriscaldamento, buco dell’ozono, innalzamento del livello delle acque…

In natura esiste un altro super agente che sarebbe in grado di trattenere il calore, che a conti fatti è il problema di fondo, venticinque volte più del CO2.

Il killer ombra è appunto il CH4, noto anche come gas di palude, grisou, o meglio risaputo col nome “metano”.

Infatti, questo idrocarburo semplice (appartenente alla famiglia degli alcani), formato da 4 H (idrogeno) e 1 C (carbonio), secondo Samuel Kaharabata, studioso dell’andamento climatico alla McGill University di Montreal (Canada), nei prossimi 50 anni sarà colpevole per il 18% del surriscaldamento terrestre. Non poco.

Comunque, essendo un gas più semplice rispetto all’anidride carbonica, bisogna dire che l’emissioni di CO2 perdurano nell’aria per oltre un secolo a differenza proprio del CH4 , che si dissolve nell’arco di un decennio. Quindi, secondo Kaharabata, l’abbattimento dell’emissioni di metano produrebbe, in termini di tempo minori, risultati immediati per quanto riguarda l’abbassamento delle temperature. Ma come ogni grande scoperta, la fase dell’applicazione diventa sempre quella più complicata.

Oggi sono numerosi i dispositivi che generano una produzione incontrollata di metano; basti pensare alle centrali elettriche, alle miniere di carbone, alle piantagioni agricole. Si ritaglia un ruolo di spicco gli allevamenti, contribuendo per un quinto all’inquinamento mediante CH4.

I batteri che si interessano della decomposizione e della fermentazione del cibo nello stomaco delle mucche, possono arrivare a far produrre, a una sola mucca, 600 litri di metano al giorno.

Numeri raccapricianti. Chi mai avrebbe pensato che il materiale di risulta di mucca sarebbe finito tra gli agenti più pericolosi del nostro pianeta. L’ottimizzazione degli allevamenti di animali da latte, produrebbe benefici nel lotta contro il tempo per salvare il nostro pianeta.

Il ministro dell’Ambiente del governo della Gran Bretagna, David Milliband, ha invitato gli allevatori a limitare le flatulenze delle loro mandrie entro il 2020, pena sanzioni.

Secondo Milliband, infatti, mediante mangimi diversi, facendoli vivere più a lungo, o facendo sì che tale combustibile venga raccolto e trasformato in biogas, si possa limitare le emissioni dannose.

In Australia, da un paio di anni, scienziati stanno mettendo a punto un siero che consentirebbe di ridurre le flatulenze e eruttazioni emesse dai capi bovini e ovini. La ricerca, portata avanti dagli studiosi dell’ente federale di ricerca Csiro, ha prodotto un vaccino contro tre specie di microbi fautori della produzione di metano nello stomaco dell’animale. Il prototipo è riuscito a ridurre solo dell’8% la produzione di CH4, ma si presuppone che, col tempo, riusciranno a mettere appunto un prodotto in grado di diminuire sensibilmente tale produzione.

l metano è 23 volte più potente del CO2, in termini di volume, nella capacità di intrappolare il calore del sole, ed è responsabile di un quinto dell'incremento dell'effetto serra negli ultimi 200 anni. Ma non sono solo i ruminanti responsabili del rilascio dewl gas metano nell'atmosfera: incidono anche l'agricoltura, i movimenti di terra, le miniere e terre umide naturali.



giovedì 13 settembre 2007

Hong Kong, ua squadra di lombrichi per fronteggiare l’emergenza rifiuti

Dalla capitale asiatica ci giunge un suggestivo e innovativo progetto, nato coll’intenzione di “smaltire” il problema rifiuti. Hong Kong deve eliminare ogni giorno 15.000 tonnellate di scarti prodotti dai suoi sette milioni di abitanti. Un enorme quantità che, secondo gli esperti, nel giro di tre anni renderà traboccanti i già siti di smaltimento.

L’idea rivoluzionaria prende spunto proprio dal ciclo della natura. Infatti, a consumare gli scarti e a trasformarli in fertilizzante, saranno 80milioni di lombrichi, abili “spazzini naturali”, noti per la loro capacità di riciclaggio. Il procedimento è semplicissimo: i lombrichi, proprio grazie ai rifiuti organici, loro fonte di nutrimento, prima che questi si decompongono, li metabolizza e li trasforma in proprie deiezioni - in cui il carbonio è fissato in composti organici solidi e liquidi.

Per la ditta australiana, che ha realizzato questo progetto, i lombrichi consumeranno i rifiuti e li trasformeranno in materiale organico inodore, che potrà essere utilizzato come fertilizzante.

Secondo David Ellery, direttore dell'azienda australiana che sta introducendo la tecnologia di riciclaggio a Hong Kong, «In natura i lombrichi hanno consumato e riciclato rifiuti per milioni di anni. Quello che abbiamo fatto è di adattare il processo naturale alle esigenze di smaltimento del ventunesimo secolo, per far fronte a un grosso problema in maniera più concentrata».

Sicuramente i processi chiederanno tempo, però è un passo avanti per fronteggiare, nella maniera più pulita, l’emergenza rifiuti; è importante, a mio avviso, guardare nella direzione in cui sprechi, inquinamento e ecomafie, non sono concessi, prendendo pure spunto da ciò che la natura ci offre.

venerdì 7 settembre 2007

CLIMA, L'ITALIA SI SCALDA PIU' DEL PIANETA

In Italia il riscaldamento dell'aria aumenta ad un ritmo maggiore di quello registrato in media nel Pianeta. Un fenomeno che costituisce da solo un segnale importante dell'avanzata dei cambiamenti climatici nel nostro Paese, alle prese con l'aumento delle ondate di calore e la diminuzione delle precipitazioni. A scaldarsi poi non è solo l'aria, ma anche l'acqua, ad esempio dei nostri laghi. E poi ci sono le variazioni di fenomeni atmosferici estremi come la grandine, che sembra abbiano aumentato la loro frequenza.

Questi i principali dati emersi oggi a Roma nel corso della presentazione del Cnr di un volume che raccoglie le ricerche più recenti e in corso svolte dall'Ente, sul tema dei cambiamenti climatici. Un'occasione per fare il punto sul caso italiano e ribadire, come sottolineato da Franco Prodi, direttore dell'Istituto di Scienza dell'atmosfera e del clima del Cnr "il ruolo fondamentale della ricerca". Il lavoro di raccolta ha coinvolto 24 istituti e circa 500 ricercatori, disponibile anche on-line ed elaborato in vista della Conferenza nazionale sui mutamenti climatici promossa dal ministero dell' Ambiente e organizzata dall'Apat, che si terrà a Roma il 12 e 13 settembre. Ecco i principali dati del Cnr diffusi oggi:

- RISCALDAMENTO: Sul fronte delle temperature la variazione registrata sul nostro Paese è di un grado in 100 anni (1865-2003), più alta del valore medio registrato su scala globale, che è di 0,74 gradi /100 anni (dati Ipcc dal 1906 al 2005). Questo quanto emerge dall'analisi delle nostre serie storiche, visto che gli strumenti per la misura dei parametri meteorologici sono nati in Italia nel XVII secolo. Ai fini scientifici, il Cnr ha creato poi con altri enti un data base con i dati di temperature e precipitazioni di oltre 100 stazioni, distribuite sul territorio nazionale, che coprono gli ultimi 200 anni circa. "Bisogna considerare comunque anche la collocazione delle stazioni - ha spiegato Michele Colacino del Cnr - che in passato era alle periferie delle città, mentre oggi, come a Roma, è in pieno centro";

- ONDATE DI CALORE: Significativo l'aumento delle ondate di calore, decisamente in crescita: il numero dei giorni 'caldi' registrati nei mesi estivi, da giugno a settembre, è passato dal 10% del decennio 1960-1970 al 40% del decennio 1990-2000.

- PRECIPITAZIONI: La valutazione è complessa. Considerando gli ultimi 150 anni, la variazione non è statisticamente significativa, mentre valutando gli ultimi 50-60 anni, l' ammontare delle piogge risulta fortemente ridotto. Nell'Italia meridionale piove il 12-13 per cento in meno, in quella settentrionale la diminuzione è compresa tra 8 e 9 per cento. Si riducono le precipitazioni leggere (meno di 20 mm al giorno) e aumentano quelle intense (maggiori di 70 mm/g). Con minore risorse di acqua e maggiore rischio di frane e alluvioni. Sempre sul fronte delle precipitazioni, secondo prime analisi nell'area del Centro Italia, dai trend passati risulta un aumento significativo nella frequenza di eventi di grandine e scenari futuri mostrano che la probabilità annuale di eventi di grandine sembrano in crescita, specie in primavera;

- RISCALDAMENTO DELLE ACQUE DEI LAGHI: Negli ultimi 50 anni, in particolare dalla metà degli anni '80, la stabilita' della massa d'acqua del Lago Maggiore è aumentata sensibilmente e si sono ridotte le profondità raggiunte dal rimescolamento invernale. In particolare, è aumentata la temperatura di tutta la colonna d'acqua: nel 1956 era di 5,8 gradi, nel '63 e' stata di 5,9 gradi e nel 1979 di 6 gradi. Nel 2006 la temperatura ha segnato 6,22 gradi.

ON-LINE FILO DIRETTO CON PECORARO SCANIO
La questione clima arriva on line. Parte infatti un dialogo aperto in cui i cittadini potranno fare osservazioni e dire la loro sulla web tv del sito della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, dove l' appuntamento clou sara' il faccia a faccia con il ministro dell' Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, previsto lunedi' 10 settembre. Bastera' armarsi di computer e sara' possibile confrontarsi con il ministro via webcam o tramite email. Chiunque si puo' registrare. A dare il via al 'filo diretto' con i responsabili scientifici ed organizzativi sara' il confronto con Giancarlo Viglione, commissario straordinario dell'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici), giovedi' 6 settembre, dalle 19 alle 20. Venerdi' sara' invece il turno del coordinatore scientifico dell'evento, Vincenzo Ferrara. I tre appuntamenti aperti a tutti sono parte integrante della preparazione della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici, voluta dal ministero dell'Ambiente e organizzata dall'Apat, che si apre a Roma il 12 settembre con il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, il presidente della Camera, Fausto Bertinotti, il commissario Apat, Giancarlo Viglione, il direttore generale della Fao, Jacques Diouf, alla presenza del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Il giorno seguente, i lavori continueranno alla presenza del presidente del Senato, Franco Marini, con la partecipazione di un folto numero di ministri (Padoa Schioppa, Bersani, De Castro, Mussi) e rappresentanti del mondo del lavoro e della produzione (i segretari delle Confederazioni sindacali, Marcegaglia per Confindustria), della ricerca (tra gli altri il premio Nobel Rubbia), della politica e degli organismi internazionali. Secondo il programma diffuso dagli organizzatori, concludono i lavori il ministro dell'Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio e il presidente del Consiglio, Romano Prodi.

Record di gas serra: 7 milioni e mezzo di tonnellate. E’ la quantita’ emessa ogni anno dall’industria chimica italiana

Con gli incendi di quest’estate, rischia di andare in fumo anche la lotta al cambiamento climatico. Dai roghi italiani si sono levate sette milioni e mezzo circa di tonnellate di CO2, una quantità di gas serra equivalente a quella emessa ogni anno dall’industria nella produzione di sostanze chimiche.

In altre parole, è come se fosse finito in atmosfera il 5% dell’impegno attuale di riduzione di emissioni nazionali, preso dal nostro paese nel rispetto del Protocollo di Kyoto e delle direttive europee.

Sono questi i dati forniti dal Ministero dell’Ambiente ed elaborati dall’Apat (Agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente) sul contributo degli incendi italiani al riscaldamento del pianeta. Fino al 26 agosto sono andati in fumo circa 53.700 ettari di superfici boscate. I roghi hanno prodotto – a quella data- 7 milioni e 323 mila tonnellate di CO2.

“Gli incendi contribuiscono in maniera sensibile alle emissioni di gas che sconvolgono il clima terrestre. Inoltre, le foreste e i boschi andati distrutti non faranno il loro lavoro di assorbimento della CO2, aumentando il danno all’equilibrio del sistema climatico”: lo spiega Vincenzo Ferrara, responsabile scientifico della Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici che si terrà a Roma, il 12 e 13 settembre, promossa dal Ministero dell’Ambiente e organizzata da Apat. “Inoltre, il rapporto tra il clima che cambia e gli incendi è un circolo perverso. L’aumento delle temperature (nel periodo gennaio-luglio 2007 la temperatura media dell’emisfero nord, con un’anomalia di 0,76°C, è stata la più alta di questi ultimi 127 anni) favorisce il propagarsi degli incendi. E anche la siccità funziona da meccanismo di innesco: le previsioni elaborate dalle Nazioni Unite per l’area mediterranea vedono una riduzione tra il 20 ed il 25% delle piogge nelle nostre regioni entro il 2100. I focolai accesi per interessi criminali contro il territorio trovano esche molto asciutte”.

“Chi mette a fuoco un bosco non danneggia solo la sua comunità ma anche il clima della Terra”, rileva il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio. “Le cifre sul contributo degli incendi di quest’estate all’aumento delle emissioni di gas serra non lasciano spazio a dubbi: questo reato va giudicato come un vero e proprio attentato contro la salute del pianeta e dei cittadini”. Dalla Conferenza nazionale sui cambiamenti climatici usciranno delle proposte strategiche per la gestione del territorio che fanno i conti con l’aumentare della febbre del pianeta. “I sistemi di allerta rapida si devono combinare con le azioni di ripristino e restauro ecologico per il mantenimento degli equilibri naturali: il bosco è un argine al cambiamento climatico, e come tale la sua protezione va messa tra le priorità di governo del territorio”.

“Dai roghi non si sprigiona solo CO2, il maggiore dei gas che alterano il clima - aggiunge Roberto Caracciolo, direttore di dipartimento APAT - ma sostanze che danneggiano direttamente la salute umana: negli incendi di questa prima parte dell’anno si sono prodotte oltre 7.000 tonnellate di PM10 - il particolato sottile che entra nelle vie respiratorie ed è alla base di 8.000 decessi l’anno nelle 13 maggiori città italiane (dati Oms/Apat)- e più di mille tonnellate di diossina, composto cancerogeno”.

Di seguito, le tabelle con le stime Apat delle emissioni di CO2 da incendi a partire dal 1990 (tabella 1) e le quantità di composti chimici dannosi per la salute emessi dagli incendi negli ultimi tre anni (tabella 2).

lunedì 3 settembre 2007

Clima. Allarme Ue: Europa a rischio disastro, il crepuscolo del turismo mediterraneo


Il riscaldamento globale potrebbe costare all'Europa migliaia di vite e miliardi di euro entro i prossimi 70 anni. E' drammatico lo studio sulla situazione climatica e ambientale elaborato dalla Commissione europea e pubblicato oggi dal Financial Times.

Se non saranno presi provvedimenti sulle emissioni dannose, ammonisce Bruxelles, l'effetto serra e il relativo surriscaldamento del pianeta andranno avanti a passi veloci.

Le prime avvisaglie del clima bizzarro, d'altra parte, sono sotto gli occhi di tutti. Le possibili conseguenze per l'Europa, secondo il rapporto, investono un po' ogni settore e andrebbero a colpire in particolare le aree meridionali del continente, con l'Italia in prima fila.

Mentre il Nord Europa avrebbe un clima più mite e la possibilità di un' agricoltura più generosa, altrove si avrebbero siccità, gran caldo, inondazioni e colture depresse.

Sulla base dello studio ambientale, elaborato anche con sistemi satellitari, il rapporto Ue evidenzia due possibili scenari di riferimento. Il primo prevede un innalzamento della temperatura di 2,2 gradi; il secondo, più tragico, prevede un innalzamento di 3 gradi. In entrambi i casi, entro un decennio, circa 11.000 persone in più potrebbero morire ogni anno a causa del caldo, mentre l'innalzamento del livello del mare causerebbe danni per un valore di miliardi di euro.

Successivamente, nel caso del primo scenario (+2,2 gradi), quasi 29.000 persone in più potrebbero morire ogni anno nel Sud Europa dal 2071. Il quadro più grave riguarda proprio l' Italia che, insieme alla Spagna, potrebbe essere destinata a soffrire maggiormente questa situazione catastrofica a causa, si legge nel rapporto, di "siccità, riduzione della fertilità del suolo, incendi e altri fattori dovuti al cambiamento di clima".

Ma lo studio non risparmia flora e fauna: "Piante e animali tipici di certe aree geografiche moriranno o si sposteranno verso altre zone".

Il riscaldamento porterà ovviamente anche all'innalzamento del livello del mare che, secondo lo studio della Commissione europea, potrebbe crescere fino a un metro con costi ingenti per far fronte al fenomeno.

Già nel 2020, in caso di innalzamento della temperatura di 2,2 gradi, la spesa per far fronte al disastro delle coste potrebbe essere di 4,4 miliardi di euro; nel caso del secondo scenario (+3 gradi) la spesa aumenterebbe a 5,9 miliardi e potrebbe crescere a 42,5 miliardi nel 2080.

Ma il riscaldamento globale non risparmierà, secondo lo studio, neppure altri settori come la pesca. Dal rapporto emerge infatti una tendenza alla migrazione degli stock di pesce verso le aree più a Nord.

E c'è poi il problema delle inondazioni, sempre più intense un po' in tutta Europa. In proposito l'allarme riguarda soprattutto i grandi bacini fluviali, come il Danubio che già negli ultimi anni ha fatto sentire i suoi effetti interessando con gravi danni circa 240.000 persone.

E il turismo? Nota dolente ancora una volta per l'Italia e per gli altri Paesi del Mediterraneo. Il rapporto Ue non fa mistero sulle conseguenze drammatiche del cambiamento climatico. Sono circa 100 milioni le persone che ogni anno trascorrono le vacanze nel Sud Europa, per un giro d'affari di circa 130 miliardi di euro. Se non si porrà fine all'effetto serra, ammonisce lo studio, entro i prossimi 70 anni quel turismo mediterraneo non ci sarà più, per il Sud sarà soltanto desertificazione e la nuova riviera europea si sposterà inevitabilmente molto più a Nord.

sabato 25 agosto 2007

SALERNO IN FIAMME



Ieri tornando a casa...
dalla tangenziale ho visto uno scenario spaventoso...
...ex belvedere di Salerno, era sommersa praticamente dalle fiamme...

L'area nella zona circostante era diventata irrespirabile, e le ceneri rendevano il quartiere desolante...
Quella zona, dove spiccava tra il grigiore del cemento cittadino, era circondato da quella luce rossa che mano mano si stava espandendo...
La cosa buffa, che mi ha fatto ancor più incavolare, è stata che per tutta la giornata ha regnato l'afa e il caldo torrido...proprio in quell'attimo un forte vento si è alzato...
aumentando la velocità con cui le fiamme si sono propagate...
un scenario orrendo...
In passato sono stato membro di un associazione di volontariato che durante proprio questo periodo si mobilitava per lo spegnimento degli incendi...
per intenderci avevo 16anni...ma già avevo capito l'importanza che ha la natura...
Lo scempio, che ha distrutto una traccia della macchia mediterranea nella nostra city,
è scoppiato vicino a delle abitazioni, gettando nel panico gli abitanti di quel quartiere...

SPERO VIVAMENTE CHE ADESSO QUELLA ZONA...SCOMPARSO IL VINCOLO CHE IMPEDIVA DI COSTRUIRE...NON ENTRI IN QUEL MECCANISMO DI
CEMENTIFICAZIONE...ANZI SPERO CHE DIVENTI, CON UN'ACCURATA BONIFICA,
UN PARCO O COMUNQUE RITORNI A ESSERE QUELLO CHE ERA PRIMA DELL'INCENDIO...
UNA ZONA PANORAMICA CHE PERMETTA DI AMMIRARE LA NOSTRA CITTA'....
ALMENO DALL'ALTO...

n.d.d.:
MI ESCLUDO DA OGNI TIPO DI QUALIFICA DA DARE A QUESTI DELINQUENTI...
LA LEGGE ITALIANA DEVE CAMBIARE IN QUESTO SENSO...
UCCIDERE UNA PERSONA DEVE AVERE LA STESSA IMPORTANZA DELL'ASSASSINIO
DI UN ALBERO O DI UN ANIMALE... NON SI TRATTA SEMPRE DI UNA VITA??...

INVITO I LETTORI, COMUNQUE, A ESPRIMERE LIBERAMENTE I PROPRI PENSIERI...

venerdì 24 agosto 2007

Villa Certosa, una storia di decreti e segreti


Le carte negate ai magistrati. Il governo: esigenze di sicurezza. Anfiteatro e piscine, prima i lavori e poi i permessi?


PORTO ROTONDO (SASSARI) - «Guardare e non toccare». I decreti che mettono il timbro «top-secret» su tutta la tenuta della «Certosa» di Silvio Berlusconi in Sardegna, dal «pontile 007» per gli statisti ospiti al finto nuraghe, dall'anfiteatro alle piscine della talassoterapia, sono un segreto di Stato così segreto che gli avvocati del Cavaliere, evidentemente gli unici autorizzati a conoscere ogni dettaglio, si sono rifiutati perfino di darli ai magistrati che indagano sugli eventuali abusi e volevano una fotocopia: «Solo vedere, prego».
Stop all'inchiesta sul campo. E fine delle domande dei cronisti impiccioni al comune di Olbia: possiamo vedere le carte? «No, segreto».

AUTORIZZAZIONI TOP SECRET - Le autorizzazioni concesse? «No, segreto». Controllare l'ok dell'Ufficio Tutela Ambientale? «No, segreto». Anche i documenti sul campo di calcetto o la trasformazione d'una pozza in un laghetto? «Segreto». E come facciamo a sapere se è tutto in ordine? Primo: l'ha detto alla Camera Carlo Giovanardi: «Tutti i lavori effettuati sono stati sempre regolarmente autorizzati. Tutti, compresi quelli in questione cui fanno riferimento i giornali e relativi all'anfiteatro». Secondo: un po' di carte no-secret («eccole: nessuno me le aveva chieste prima») vengono messe a disposizione del Corriere da Niccolò Ghedini, uno dei legali del premier. Il quale ha mandato un telegramma agli uffici comunali competenti: cosa si può mostrare e cosa no lo sa lui. Ai magistrati, del resto, non era andata meglio che ai cronisti fatti sgomberare sabato scorso dalle motovedette durante il fallito attracco coi gommoni guidato dal diessino Gianni Nieddu. I vigili inviati alla Certosa dopo l'esplodere del caso del «pontile 007», così chiamato perché si favoleggiava di una grotta sotterranea accessibile a barche e sommergibili come nei film di James Bond (parola di Giovanardi: «Una balla, ci potranno entrare un paio di barchette») erano stati infatti convinti a desistere dall'ispezione perché, secondo gli addetti alla sicurezza, i lavori erano segretissimi. Tesi ribadita nei decreti varati da Pietro Lunardi e Beppe Pisanu ai primi di maggio per mettere un tappo alla fuga di notizie. Tappo esteso a tutte le altre opere giacché dopo tante visite di statisti e nipoti di statisti la Certosa, pare dicano i decreti, va ormai «equiparata a una residenza alternativa» di Palazzo Chigi. Definizione davanti alla quale i magistrati avrebbero mostrato un certo stupore. Placato dagli avvocati con l'assicurazione che il Cavaliere vorrebbe in un imprecisato futuro regalare la tenuta, come abbozzato anche in una intervista, alla Presidenza del Consiglio. Grazie.

POLEMICHE - Riuscirà la promessa a disinnescare le polemiche? Difficile. Certi lavori risultano fatti, in una zona come quella che secondo gli ambientalisti è coperta da vincoli rigidissimi, grazie a semplici autorizzazioni per «pertinenze urbanistiche». Cioè? Opere di «modeste dimensioni tali da non incidere in modo significativo sull'assetto del territorio». Una sentenza del Tar sardo conferma: non basta l'autorizzazione ma è obbligatoria la concessione edilizia per «ogni trasformazione del territorio attraverso l'esecuzione di opere comunque incidenti su aspetti urbanistici ed edilizi, che abbiano perdurante rilievo ambientale ed estetico o anche solo funzionale pur quando si tratti di una stratificazione sul suolo di materiali attinti altrove, senza interventi in muratura». Per capirci: anche un parcheggio spianato richiede la licenza. Basta il fatto che le opere realizzate alla Certosa siano pregevoli, che l'agrumeto sia un gioiello e il parco dei cactus straordinario e che gli scempi sulla costa sarda siano molto più vistosi e sgangherati da altre parti, come ha sottolineato ieri Gianfranco Fini, per legittimare la totale libertà di modellare l'esistente? Sì, diranno molti: meglio un parco curato che un bosco incolto. No, diranno altri. Meglio Versailles o la foresta che c'era prima? E' un tema. Che tocca il buongusto e i princìpi, l'arte e le regole. E qui, dicono i critici, sta il punto: passi per l'attracco coperto se è davvero preteso dai servizi e se sarà invisibile: ma il campo da calcio e le piscine e il resto?
Né i documenti spazzano via tutti i dubbi emersi. Anzi, aggiungono qualche curiosità. L'ordinanza della capitaneria che proibisce di avvicinarsi a meno di 500 metri dalla costa, per dire, non solo risulta emessa il 19 aprile scorso in seguito a una istanza presentata il 7 agosto 2004 (fulgido esempio di come alcuni riescano ad anticipare i desideri dell'autorità prima ancora che arrivi la domanda) ma questa istanza non era affatto dei «servizi» come era stato fatto trapelare ma della "P.aul.Immobiliare", una società che fa lavori marittimi e non vuole gente tra i piedi.

LAVORI - Quanto ai lavori, tra i quali spiccano l'allargamento della maleodorante pozza di un depuratore trasformata in un lago ameno, la costruzione di «un portico con wc e frigo per lo stazionamento all'ombra del personale di controllo» e il perfezionamento di due condoni (avviati dal proprietario precedente venti anni fa) che hanno sbloccato la riconversione di due baracche in eleganti villini, van segnalati almeno alcuni piccoli prodigi. Uno è la costruzione dello stupendo percorso di talassoterapia, un sistema di cinque piscine curative degradanti verso il mare: ottenuta l'autorizzazione («piccola opera»?) dal comune di Olbia il 17 dicembre 2003, l'estate prima venivano già descritte da Renato Farina in un memorabile reportage su Libero : «Persino la passeggiata il Presidente la fa con le cesoie in mano. Il telefono nella sinistra e la forbiciona nella destra. Un passo pota qua, un altro telefona là. Controlla il ghiaietto, le pale del ventilatore sotto un gazebo, le cinque piscine per la talassoterapia». Un miracolo italiano. Doppio: un mese prima d'avere l'ok alla costruzione, le piscine erano già in bella mostra (pag. 193) in un libro del progettista Gianni Gamondi con scritto «copyright novembre 2003».
Anche l'anfiteatro, tuttavia, non fa mancare le sorprese. La prima è che la Regione, per bocca dell'Ufficio per la tutela del paesaggio, diede parere favorevole all'opera (strutture portanti in cemento, gradoni di granito, 400 posti a sedere: come il Teatro Olimpico di Vicenza) il 1 dicembre 2003, cioè 56 giorni prima che fosse presentata il 26 gennaio 2004 la domanda, presumibilmente col progetto.

CONCESSIONE - La seconda è che la concessione è stata data il 4 maggio 2004, cioè due giorni prima che la il pontile e i lavori in corso a Villa Certosa fossero sparati dalla «Nuova Sardegna». La terza è che l'anfiteatro, se sono state rispettate le date dei permessi, è cresciuto a una velocità così prodigiosa da far pensare a marmi transgenici. Per non dire della vicina torretta simil-nuraghe. Era una cabina elettrica e stando alla difesa del premier dovrebbe essere stata ingentilita «nel quadro della sistemazione dell'area dell'anfiteatro». Fosse così, altro miracolo.
Era descritta infatti da Renato Farina l'estate scorsa: un'alcova coi muri coperti da «affreschi sul modello dei senesi del Trecento ma qui invece che essere piatte le donne dipinte mostrano forme mica male». La tenuta, stando al reportage su Libero , era allora tutta un cantiere: «Ferve il lavoro. In tutto il parco lavorano in cinquanta, tra tecnici e muratori...». Lui, il Presidente, era un vulcano di idee. E mostrava i menhir comprati e i carrubi di 500 anni trapiantati e spiegava: «Ora le mostro dove farò la chiesa dove la domenica dir messa». Ah, già: non c'è ancora la chiesa?

Corriere della Sera... sempre...

mercoledì 22 agosto 2007

Se si deve arrivare a questo??...

Linea dura con chi fa il furbetto del quartierino…

…l’abusivismo danneggia la natura…e non deve essere condonato…

e solo quando ci va di mezzo una vita…putroppo, si da reali importanza a questo reato…

..“Testimonianze parlano di un bambino, nato in una grotta tra l’asinello e il bue, che dalla roccia delle montagne fece uscire acqua a cascate…fino a far nascere un vero e proprio lago”…

Anche per questo nasce il condono…per pagare qualche spicciolo lo stato in cambio di abusi su ettari di vegetazione, per “rimediare” a distruzioni incontrollate del patrimonio di tutti…!!

Il crollo della terrazza costruita su una scogliera rocciosa, a Conca dei Marini nella costiera amalfitana (Salerno), che ha provocato la morte di Antonio Rocco di 54 anni e il ferimento di altre 8 persone (di cui 2 molto gravi), riporta alla luce l'annoso e scandaloso problema dell'abusivismo edilizio in Italia.

La terrazza in legno, costruita su un costone roccioso, quindi ad alto rischio di cedimento, permetteva un'invidiante e accattivante veduta sul mare, che ha tentato, fino alla tragedia, 10 persone.

Tante sono le realtà, come questa villetta, costruite su fondazioni incerte, poco sicure...

Magari sulla costa, o su vallate ad alto rischio di frana (si ricordi di Sarno e degli altri paesi colpiti da quella disgrazia), o addirittura nei pressi di vulcani (Pozzuoli, e pochi lo sanno, e l’area adiacente sorge su un cratere di un vulcano a oggi attivo).

All'alto rischio soggette le vite umane, bisogna aggiungere i danni che si provoca all'ambiente, mediante modifiche a carattere morfologico dei territori, ai percorsi fluviali…

L'abusivismo riguarda prevalentemente il centro-sud, con picchi in territori quali la Campania, la Calabria, la Puglia, ma è in crescita anche nel Lazio.

I Governi addietro, non solo non hanno combattuto l'abusivismo, ma lo hanno anche incentivato con i condoni, facendo così mettere in regola chi invece aveva raggirato le leggi urbanistiche. Quindi i vari scempi sparsi qua e là per l'Italia, ma soprattutto le vittime da esso provocato, sono causati dalla cattiva gestione delle amministrazioni locali, oltre al menefreghismo dei Governi centrali di turno. All'indomani di questa tragedia sulla costiera amalfitana, andrebbe iniziata una seria lotta all'abusivismo, mediante controlli a tappeto in tutta Italia e multe salate ed abbattimenti degli edifici fuori norma.

Interessanti sono le dichiarazioni del comandante del corpo della finanza che controlla questo territorio e del sindaco di Amalfi.

Il primo denuncia un grave fenomeno che sarebbe quello dell’illegalità delle imprese; tali ricostruiscono costruzioni abusive, fabbricati o strutture non a norma, subito dopo il loro abbattimento. Mentre il primo cittadino dell’ononima città della costiera spiegava che dovrebbero non solo rendere più rigide e severe le normative riguardanti la lotta all'abusivismo, ma cercare anche di rendere burocraticamente meno faticosa la possibilità di edificare. Perchè le leggi in materia urbanistica sono spesso troppo lente ed inefficaci, incentivando così costruzioni veloci ed illegali, quindi irresponsabili.

A VOI LA PAROLA…

Commentate, lasciate pareri, denunciate episodi…

BISOGNA CRESCERE!!!!

Salve ragazzi...

Siamo solo al secondo giorno e già ho ricevuto 100 contatti...
Per me è un successo...ma bisogna crescere...

DITELO A TUTTI

STA X NASCERE UN NUOVO MODO PER VIAGGIARE

SU INTERNET RESTANDO INFORMATI SUGLI
AVVENIMENTI RIGUARDANTI L'AMBIENTE E NON SOLO..

METTETE QUESTA PAGINA COME PREDEFINITA....
E RESTATE AGGIORNATI...

In più commentate, suggerite, lasciate opinioni...
Bisogna crescere.....

lunedì 20 agosto 2007

Consigli utili per risparmiare...ma soprattutto per non inquinare...

-Non usate i prodotti usa e getta, così ridurrete il flusso di materiali ed energia nel sistema economico, con gran beneficio per l’ambiente ed i cambiamenti climatici.

-Preferite i prodotti col vuoto a rendere. Riciclare una bottiglia integra consente un risparmio energetico 5 volte superiore alla fusione del vetro rottamato

-La plastica è un prodotto inquinante e non biodegradabile. Sarebbe utile usarla per oggetti destinati a durare. Preferite confezioni di carta o cartone e contenitori di vetro.

-Evitate le bibite in lattina, i contenitori di alluminio per essere prodotti emettono gas che provocano l’effetto serra poiché richiedono molta energia elettrica.

-Raccogliete separatamente la carta sia in casa che sul posto di lavoro, riciclare la carta è molto importante.

-Non trasformate in rifiuto qualcosa che potrebbe essere ancora utile. Vestiti, mobili, elettrodomestici vecchi ma ancora funzionanti possono ancora servire a qualcuno e anche questo contribuisce a salvare il clima.

-La bicicletta naturalmente è il mezzo meno inquinante. Usatela al posto dell’auto o del motorino, farà bene anche alla vostra salute!

-Prendete i mezzi pubblici, risparmierete anidride carbonica e soldi! E avrete sicuramente più compagni di viaggio!

- Se proprio viaggiate in auto, mettetevi d’accordo con chi fa il vostro stesso percorso, insieme risparmierete soldi ed anidride carbonica!

-Per lunghi percorsi utilizzate il treno, consuma meno energia e quindi non minaccia il clima. Inoltre è più sicuro e confortevole.

-Per l’appartamento e per l’ufficio acquistate lampade compatte a fluorescenza ad accensione elettronica: sono più efficienti delle lampadine tradizionali, durano di più e fanno risparmiare energia e denaro.

-Fate controllare periodicamente la caldaia, posizionate i radiatori in modo che sia agevolata la circolazione dell’aria e inserite dietro i radiatori pannelli riflettenti.

-Se avete il riscaldamento autonomo dotatevi di un cronotermostato per sincronizzare l’accensione con la vostra presenza, altrimenti fate dotare il condominio di contatori di calore per poter valutare i consumi.

-Gran parte del calore viene sprecato per il cattivo isolamento termico: isolate le parti esterne, montate infissi in legno con doppi vetri, spenderete meno per il riscaldamento e l’ambiente ne guadagnerà.

-Valutate la possibilità di installare uno scalda acqua solare. Il risparmio energetico vi consentirà di recuperare la spese in 3-4 anni, dopodiché sarà tutto un guadagno!

-Se avete scada acqua elettrici sostituiteli con una caldaia a metano. E’ meglio utilizzare direttamente un combustibile, possibilmente quello meno inquinante.

-Quando acquistate una lavatrice controllate i consumi d’acqua e di energia dichiarati. Effettuate solo lavaggi a pieno carico. Voi risparmierete soldi e il mondo risparmierà in emissioni di gas serra.

-Se avete uno scalda acqua non elettrico, cioè solare o a metano, allacciate la vostra lavastoviglie direttamente all’acqua calda, disponendola il più vicino possibile allo scalda acqua.

-Sciegliete frigoriferi a più comparti: avrete minori dispersioni durante l’apertura delle porte. Assicuratevi che il gas refrigerante non sia del tipo CFC o HCFC: distruggono l’ozono e provocano l’Effetto Serra.

-Posizionate il frigorifero nel punto più fresco della cucina. Regolate il termostato su posizioni intermedie essendo di solito non necessarie le posizioni più fredde.

-Alimentatevi con prodotti dell’agricoltura biologica: vi eviterà di ingerire residui di pesticidi, conservanti e coloranti. Anche il clima ne beneficerà, infatti l’agricoltura biologica richiede meno energia.